Pavia (Ir)Ragionevole: Giorni di un Futuro Passato
“L’uomo ragionevole si adatta al mondo. Quello irragionevole insiste nel cercare di adattare il mondo a se stesso. Per questo motivo il progresso dipende dalle persone irragionevoli.” George Bernard Shaw
Sono anni che immagino come potrebbe diventare Pavia, ma solo da pochissimo ho gli strumenti per mostrarlo.
Immagino una Pavia accogliente e stimolante per persone del posto e turisti con spazi nuovi e innovativi. É una fantasia senza alcun compromesso aprioristico. Sono certo che fra chi leggerà arriveranno delle critiche, perché il partito dei Nemici della Contentezza da noi è forte, “2 discoteche e 106 farmacie” lo cantava Max Pezzali nel 1992, e in questi 30+ anni di progetti ne sono stati bocciati a decine.
Ma a me non frega nulla, tanto non cerco voti o consenso. Per cui qui di seguito ecco una collezione di suggestioni completamente irragionevoli.
Nota 1: perdonatemi se le immagini non sono perfette come la grafica professionale degli studi di architettura. Le ho generate con l’AI nel tempo libero per comunicare un’idea, e come tali vanno prese, con imprecisioni realizzative, errori di proporzione e di “panorama”.
Nota 2: per le foto di partenza questo articolo gode del contributo indispensabile del caro Max Malfanti, un pavese che sa tutto del luogo e talmente innamorato della città che dovrebbero nominarlo Sindaco Honoris Causa.
Altre foto di partenza sono state realizzate da mio papà, la persona che mi ha trasmesso l’amore per la fotografia.
Contenuto dell'articolo
Il prato del Ticino come polo aggregativo di eventi e manifestazioni
Abbiamo una bellissima distesa libera che potrebbe fare da cornice naturale per eventi, concerti e manifestazioni. Tante altre città sfruttano posti simili: mi viene in mente Toulouse in Francia, che sulla Prairie de Filtres sulla Garonna organizza decine di eventi l’anno.
Ci ho vissuto un anno, ed era bellissimo poter godere di quegli spazi che mutano al cambiare delle stagioni.
Qua a Pavia invece appena il sole va verso il tramonto, dal prato che diventa buio c’è il fuggi fuggi.
Prato sul Ticino, simpatico ma ignorato da tutti da una certa ora in poi
Il Museo del Fiume di Domani
Un tempo scalo per idrovolanti, oggi l’Idroscalo di Pavia versa in uno stallo difficile da sbloccare.
E mentre sta lì a marcire e arrugginire anno dopo anno, ogni pavese con un minimo di immaginazione ci ha fantasticato su, sognando di crearci qualcosa.
Io ho sognato il Museo del Fiume di Domani.
Spazio culturale dall’architettura avveniristica che celebra i tempi degli idrovolanti, e i miti e leggende del folklore legati a Pavia e al Ticino.
Con installazioni temporanee e permanenti, esperienze interattive, e magari una caffetteria boutique che offre una vista unica e mozzafiato a picco sull’acqua.
Passeggiata attrezzata con Bar e Chioschi
Cosa potrebbe unire il Ponte Coperto e il nuovo Museo del Ticino di Domani, se non una bella e lunga passeggiata?
Saliamo di qualche metro dal piano del fiume e portiamoci sul piano strada.
A me sinceramente pare assurdo che la zona attualmente percorribile a piedi sia così corta e non offra nulla a parte un paio di panche e qualche aiuola fiorita in primavera.
Immagino quindi una balconata che renda la zona di passeggio più lunga e più larga, magari riuscendo ad arrivare almeno fino al Bastione della Darsena.
Con tavolini e dehor in cui consumare qualcosa, nuovi barconi adibiti a bar e ristoranti galleggianti di sotto, artisti di strada che allietano i pomeriggi di relax, panchine e arredo urbano che si fondono con l’architettura circostante, e aree di sosta fotografica utili a portarsi a casa un ricordo del pomeriggio passato all’aria aperta.
Un po’ sullo stile dei lungo fiume o lungo lago di innumerevoli altre cittadine.
“Complimenti per la cronovisione”
Quando ho mostrato quest’ultima immagine a Max, autore delle foto originali, mi ha spiegato che senza saperlo ho ricreato con l’AI l’imbarcadero di alcuni decenni fa “era praticamente così” mi dice.
Max racconta infatti che questa zona in passato è stata animata da tavolini, ombrelloni, e un passeggio di persone che si godevano il Ticino come un luogo di svago, che lui stesso ha vissuto e che oggi si è perso.
Questa informazione mi ha spiazzato, perché l’articolo era partito come una collezione di “idee irragionevoli e campate in aria“, ed è atterrato su delle fondamenta ben radicate nel passato del nostro territorio.
E allora evidentemente non è così folle pensare che una nuova Pavia sia possibile se si decide di dare spazio al cambiamento.
Per costruire un futuro che è già esistito e che da un po’ forse abbiamo dimenticato.
E che altrove è già una lieta realtà.
Se questo articolo ti è piaciuto ti invito a condividerlo con i tuoi amici via Whatsapp, sui social, col piccione viaggiatore…
Puoi anche lasciare un commento, scrivendomi una mail dai contatti o via whatsapp se ci conosciamo di persona.
Se poi vuoi leggere qualcos’altro che parla di luoghi, potresti dare un’occhiata a Genova per me e ad Estate: ricordi di geometrie marine.
Ciao amico mio, parto dall’ultima fantasia, quella che era realtà, prendo spunto e dico grazie per aver generato queste illusioni che sarebbe proprio bello fossero realtà, mi dilungo e dico, l’idroscalo era futuristico quando è stato creato, allora perchè ora conservarlo così invece che rifarlo nuovamente futuristico e fruibile? …Grazie per le suggestioni e mi auguro che qualcuno le prenda in considerazione.
Grazie Max, chissà che ci staranno prima o poi a sentire. Noi ci proviamo intanto a proporre una Pavia del futuro!
Pingback: Una Pavia immaginata, Saiaku - MAX MALFANTI BLOG
Pingback: L'era del Rinascimento Spaziale - Saiaku